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Cina, impressioni a caldo di un viaggio ancora addosso

Una Cina che sorprende e sfugge, tra memorie millenarie e velocità vertiginose. Paesaggi scolpiti, città che respirano, gesti quotidiani che raccontano più di mille parole. Un viaggio ancora sulla pelle, difficile da raccontare, impossibile da dimenticare.

Un diario non finito, tra città verticali e fiumi lenti, nel cuore di un Paese in movimento.

Non posso certo pensare di comprendere un Paese così vasto e complesso come la Cina in pochi giorni, nemmeno con l’Italia, che pure è molto più piccola, si riuscirebbe davvero a farlo fino in fondo. Mi limito a raccontare le mie impressioni, quello che ho visto, sentito e che mi ha lasciato qualcosa dentro. Ho visto tanti aspetti diversi, una Cina antica e imperiale, una Cina sfavillante e moderna, e una Cina rurale, autentica, lenta.

Siamo partiti da Pechino, una città che mi è sembrata austera, ordinata, dove si sente forte la presenza del potere centrale. Eppure anche lì, tra i quartieri severi e i grandi viali, ho trovato spazi che osano, come il quartiere dell’arte 798, un angolo vivo, giovane, pieno di ragazzi e ragazze che sembravano usciti da Tokyo o Berlino, con uno stile che mi ha fatto pensare a mio figlio. Alla fine i giovani si assomigliano un po’ in tutto il mondo, si parlano senza parlare, attraverso la musica, il modo di vestirsi, di stare. Poi ci sono le grandi opere, la Città Proibita, il Tempio d’Estate, i palazzi imperiali, luoghi che raccontano di una storia millenaria, una storia che ancora oggi convive con l’eredità del comunismo, nei quartieri grigi, nei palazzi tutti uguali, in una certa idea di ordine che non riesce però a cancellare la bellezza del passato, anzi, forse la fa risaltare ancora di più.

E poi c’è la natura, quella di Guilin per esempio, un paesaggio da sogno, fiumi lenti, montagne che sembrano scolpite, una bellezza talmente perfetta che quasi sembra finta. E la Cina rurale, quella che va avanti con i suoi tempi, con i suoi volti, con le sue mani segnate dal lavoro. Nel frattempo, altre parti del Paese corrono, verso un futuro che avanza a una velocità incredibile, si costruisce, si cambia, ma non tutto corre allo stesso ritmo, e forse è proprio questo il punto, la Cina si muove, ma non tutta insieme.

Shanghai mi ha colpita tantissimo, una metropoli moderna, aperta, forse la più occidentale tra quelle che ho visto, grattacieli altissimi, treni superveloci come il MagLev che raggiunge i 431 km orari! Eppure anche lì, ho trovato l’umanità più semplice, nei parchi, dove gli anziani ballano, giocano, fanno tai chi, vivono, e lo fanno con una serenità e una gioia commovente.

E ho visto anche una Cina che va oltre gli stereotipi, non solo cineserie, ma oggetti belli, curati, un amore per la scrittura, per i caratteri, per l’arte, una cultura profonda, antica, raffinata. E poi, la sicurezza, l’ordine, la sensazione di essere in un posto dove le regole ci sono e si rispettano, forse anche grazie a un sistema molto forte, che ha i suoi limiti, ma che in un Paese così grande e popoloso riesce a garantire stabilità.

Certo, non è tutto perfetto. I bagni pubblici e l’igiene di certi luoghi, spesso lasciano a desiderare e la cucina, per quanto interessante, alla lunga mi è sembrata un po’ ripetitiva. Ci sono poi altri aspetti che per noi occidentali sono difficili da accettare, ma ho sospeso il giudizio per avvicinarmi a loro. D’altronde, fa parte del viaggio anche questo, non tutto deve essere comodo o facile per essere bello, e non tutto deve essere condivisibile.

Ci sarebbe ancora tantissimo da dire, non voglio scrivere un trattato, solo raccogliere queste impressioni per non dimenticare. È stato un viaggio intenso, profondo, che mi ha lasciato voglia di capire di più, e forse anche di tornare, tra un po’ di anni, per vedere come saranno cambiati, con questi ritmi così veloci di modernizzazione.